CALDERARA, Giovanni “Frisé”

(Cossogno, 1897 – Parigi, 1984), muratore

 

Soldato dell’artiglieria da montagna durante la Prima Guerra Mondiale, fu comunista dal Ventuno. L’anno successivo per sfuggire alle persecuzioni fasciste emigrò in Francia e si stabilì prima nel Morbihan poi a Reims dove fu attivo nella CGT. Espulso dalla Francia nel 1925 a seguito delle sue attività sindacali, si rifugiò in Belgio, a Quaregnon, da dove, per gli stessi motivi, fu espulso nel 1927 e si recò in Lussemburgo. Dopo aver partecipato attivamente alla campagna a sostegno di Sacco e Vanzetti, venne nuovamente espulso, tornando in Belgio; qui perse la compagna nel 1933, l’anno successivo aderì all’anarchismo. Di nuovo espulso nel 1936 in seguito alla sua partecipazione a uno sciopero, rimase clandestinamente a Bruxelles fino all’estate quando partì volontario per la Spagna. Miliziano sul fronte aragonese nella sezione italiana della Colonna Ascaso, combatté poi nel Battaglione della Morte e nella 153a Brigata Mista fino al 1° agosto 1937. Passò poi nelle retrovie per lavorare a Barcellona e si arruolò nella CNT. Ritornò poi al fronte e rimase ferito nella primavera del 1938 durante l’offensiva franchista sul fronte aragonese. Risultava disperso ma rientrò nelle linee repubblicane.

Tornato in Francia nel febbraio 1939 venne internato nel campo di Argelès; fu uno dei 117 aderenti al gruppo di prigionieri anarchici italiani “Libertà o Morte”, assieme a Borgo, Nannaro Gramsci, Gimenez, Filippo Colombo, Lorenzo Giusti; trasferito a Gurs, fu poi liberato.

Durante la seconda guerra mondiale venne arrestato dai tedeschi e deportato in Germania. Tornò a Parigi alla fine della guerra.

 

FONTI: https://gimenologues.org/; Info di Tobia Imperato

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